di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


continua dal post precedente ...

Oggi il Karate è praticato in molti Paesi di tutto il mondo. Si può dire che sia sulla cresta di un'onda di popolarità. Ma qual'è il significato di questo fenomeno? Cosa attrae di quest'arte di autodifesa? Perché la gente la pratica? Qual'è il suo obiettivo?

Che Takeshi Shimoda e Gigo Funakoshi siano morti giovani è sicuramente una grande perdita per il mondo del Karate-do. Se fossero ancora vivi, cosa penserebbero della situazione attuale?
Il Karate praticato oggi è differente da quello di quarant'anni fa e si dice che il numero di stili si avvicina al centinaio. Molte scuole inviano istruttori all'estero per propagandare la loro tecnica. Sebbene si possa affermare che ci sono certi gruppi negli Stati Uniti ed in Europa che, con l'intento di comprendere l'anima dell'oriente come antidoto all'impasse derivante dalla crescente mentalità materialistica, enfatizzano la parte spirituale dal Karate-do, la triste realtà è che in molti stili vengono insegnate solo le tecniche di combattimento e vengono completamente ignorati gli aspetti spirituali.

E i praticanti, spesso, hanno come unico obiettivo quello di vincere incontri.
Parlano di forgiare uno spirito indomito, cosa in sé pregevole, ma dobbiamo anche pensare ai risultati che provocherebbe l'uso improprio di questo spirito. Come nel caso di un pazzo armato di coltello, pistola o altra arma contro persone indifese ... il risultato potrebbe essere solo disastroso.

La situazione attuale, quindi, vede la maggior parte dei praticanti dei Paesi d'oltre mare seguire il Karate per le sue tecniche di combattimento e si deve ammettere che la pulsione allo scontro è forte negli uomini come in tutti gli altri animali. È estremamente difficile credere che questi entusiasti siano arrivati ad una piena comprensione del Karate-do.

Bisogna inoltre far menzione dell'influenza negativa che i film e la televisione hanno avuto sull'immagine pubblica del Karate dipingendolo come misterioso metodo di combattimento capace di causare la morte o ferite gravi con un singolo colpo o calcio e, appellandosi all'istinto combattivo dell'uomo, presentano una pseudo-arte molto distante da ciò che il Karate è in realtà. Gichin Funakoshi fu un propugnatore degli aspetti spirituali del Karate-do e pose grande enfasi su questi anziché sulle tecniche di combattimento dimostrando, nel corso di tutta la sua vita, di seguire nella sua pratica, i principi che insegnava.

Se fosse vivo oggi e vedesse quello che sta succedendo al Karate-do, cosa penserebbe?

Quelli di noi che hanno aderito alla forma ortodossa del Karate quale arte di autodifesa devono fare tutto ciò che è in loro potere per accertarsi che venga praticato in maniera corretta e che i suoi aspetti spirituali vengano interamente compresi.

Seguendo l'errato obiettivo omicida, il principiante donerà tutto se stesso al suo allenamento convinto che il compromesso non esista. Per lui sarà solo una questione di vita o di morte e, in accordo con questa visione, o si uccide il proprio avversario o si viene uccisi.

Uccidere sempre con un colpo, emergere nelle competizioni o vincere in ogni scontro sono obiettivi in cui può credere solo un principiante.

Non perdere mai non significa sempre vincere.

venerdì 22 gennaio 2010

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