Corsi di karate a Cesena per adulti e bambini condotti dall'Associazione Culturale e Sportiva Dilettantistica Seishinkai
presso i locali della Palestra Studio 524 - Cesena
Il Karate a Cesena
a cura di: Marco Forti
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Affrontai il mio primo combattimento tanti anni or sono, alla giovane età di tredici anni. A vent'anni mi recai nella capitale e nonostante mi trovassi a combattere con i migliori artisti marziali non persi mai nessun combattimento.Anche per un genio delle Arti Marziali come Musashi, che praticò ardentemente giorno e notte senza riposo, la prima vera realizzazione della Via arriva intorno all'età di cinquant'anni.
In seguito viaggiai di luogo in luogo cercando i migliori artisti marziali delle diverse scuole. Affrontai oltre sessanta duelli senza mai perdere.
Arrivato all'età di trent'anni mi resi conto che avevo sempre vinto non perché fossi un artista marziale superiore ma probabilmente grazie ad una sorta di talento naturale o perché non deviai mai dai principi naturali. Oppure forse perché i miei avversari non erano adeguati.
Da quel momento praticai con ancora più enfasi, giorno e notte, cercando di afferrare ancor più profondamente il principio della Via.
All'età di cinquant'anni realizzai naturalmente la Via delle Arti Marziali.
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"Non essere eccessivamente preoccupato dal pensiero dell'effettiva correttezza della tua posizione di guardia".È altresì un errore farsi catturare dalla posizione di guardia nella nostra mente, come recita un vecchio poema:
"Non importa quanto possa apparire impenetrabile la tua posizione di guardia se la tua mente è annebbiata".
"Non importa quanto possa essere apparentemente vulnerabile la posizione di guardia del tuo avversario. Se la tua mente è pronta devi agire sempre con la massima cautela."
a cura di: Marco Forti
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«Il Maestro Yasutsune Itosu, un esperto di Karate che visse pienamente fino all'età di 85 anni, aveva l'abitudine di fermarsi ed inchinarsi di fronte all'altare shintoista ogni volta che stava per uscire di casa.
Un giorno, superando la mia reticenza, gli chiesi quale richiesta inviava agli dei quando pregava.
Mi rispose che quando un uomo anziano come lui usciva di casa era solo grazie all'intercessione degli dei se non veniva colpito dal calcio di un cavallo o investito da un carro e poteva tornare a casa sano e salvo. Proprio la richiesta di essere protetto, di poter portare a termine i propri compiti e di poter tornare a casa sano e salvo erano quindi l'oggetto della sua preghiera quotidiana.
Allora ero ancora nel pieno del vigore giovanile e pensai che fosse una cosa stupida vista la grande abilità del Maestro Itosu come artista marziale. Solo ora ripensando a quelle parole mi rendo conto di quanto fossero profonde e sagge».
a cura di: Marco Forti
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La forma di un esercito deve imitare l'acqua. L'acqua lascia l'alto e scorre verso il basso; i soldati devono evitare di fronteggiare la forza degli avversari attaccando i punti deboli dell'esercito nemico.
L'acqua regola il proprio flusso adattandolo alla forma del terreno; un esercito raggiunge la vittoria quando è in grado di rispondere adeguatamente alle azioni del nemico.
Così possiamo affermare che non c'è un comportamento standard nelle operazioni militari, così come non esiste una forma predefinita per l'acqua.
Chi riesce a vincere adattandosi con abilità alla forza e alla debolezza del nemico è uno stratega di alto livello.
a cura di: Marco Forti
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Una strategia del comando non deve dipendere dall'attacco degli avversari ma piuttosto dalla capacità di saperlo attendere e fronteggiare quando si verificherà. Non deve dipendere quindi dal fatto che il nemico non attacchi ma dal non essere vulnerabili al suo eventuale attacco.Un ammonimento, quello di essere sempre preparati, ampiamente applicabile ad ogni aspetto della vita quotidiana.
a cura di: Marco Forti
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«In un racconto su un anziano maestro di spada si parla degli stadi dell'allenamento di una vita.Seguire questa strada senza fine, cercando ogni giorno di essere migliore del precedente, per tutta la vita, è la vera rappresentazione della Via del Karate.
Al livello più basso, sebbene ci si alleni, non ci sono risultati positivi e si tende a non stimare sé stessi né gli altri. In questa fase non si è di aiuto a nessuno.
Nello stadio intermedio, sebbene non si sia ancora di aiuto, ci si rende conto delle proprie imperfezioni e si riconoscono gli errori degli altri.
Nello stadio elevato si ha consapevolezza delle proprie capacità e ci si sente orgogliosi quando si raggiungono i risultati prefissati, si elogiano gli altri quando riescono e ci si sente dispiaciuti quando sbagliano. Si ha un'alta stima per gli altri. Per la maggior parte delle persone questo rappresenta il livello finale.
Ma se si prosegue verso il livello successivo, molto più elevato, si incontra una Via superiore. Se si decide di seguire questa Via ci si rende finalmente conto che non c'è fine. Tutte le considerazioni sull'essere arrivati molto avanti svaniscono e appaiono ai nostri occhi tutte le nostre imperfezioni. Si vive senza brama per i successi terreni né si sente la necessità di apparire umili.
Yagyu disse che non conosceva il modo per sconfiggere gli altri ma conosceva il modo per vincere se stesso - consiste nel cercare oggi di essere migliore di ieri e domani ancora migliore di oggi - lavorando in questo modo ogni giorno, per tutta la vita.»
a cura di: Marco Forti
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C'è una frase che afferma "cercare la mente dispersa" ma anche un detto, "è essenziale perdere (liberare) la mente".
Il filosofo confuciano Meng Tzu (Mencio) parla della ricerca della mente "persa", della ricerca della mente smarrita per riportarla al sé.
Meng Tzu osserva che nel caso perdessimo un cane, un gatto o un pollo, ci daremmo molto da fare per cercarli e riportarli a casa. Ritiene pertanto oltraggioso non prodigarsi in nessuno sforzo per riportare al sé la mente, che è la guida del corpo, quando questa si "perde".
Al contrario Shao Yung afferma che la mente deve perdersi! Shao Yung scrive: «se si lega la mente come un gatto a una corda, perderà la sua libertà di movimento. Bisogna usare bene la propria mente, lasciarla libera di vagare dove vuole ma senza che essa subisca un attaccamento alle cose o ne venga intrappolata."
I principianti spesso esercitano un controllo eccessivo su sé stessi. Non si fidano dell'idea di lasciare libera la mente.
Ma alla mente deve essere permesso di muoversi liberamente, anche se indugia in recessi fangosi. Il fiore di loto non viene sporcato dalla melma in cui cresce. Nello stesso modo una lucida sfera di cristallo lasciata nel fango è impermeabile alla macchia.
Mantenere la mente entro stretti confini può essere una necessità per il principiante ma comportarsi in questo modo per tutta la vita non ci consente di raggiungere alti livelli e di sfruttare il nostro vero potenziale.
In conclusione quando ci alleniamo, è meglio seguire gli insegnamenti di Meng Tzu nelle prime fasi e solo in seguito permetteremo alla mente la libertà di movimento seguendo la via indicata da Shao Yung.
a cura di: Marco Forti
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«L'allenamento è conoscenza di sé passando attraverso il rapporto con l'altro, ma non solo, è strumento di sviluppo della consapevolezza delle proprie possibilità e mezzo di arricchimento della propria esistenza.
Sono convinto che la Via del Karate sia qualcosa di eccezionale.»