L'ACSD Seishinkai augura a tutti un Natale sereno ed un meraviglioso 2011!!!

KARATE CESENA - Buone Feste!!!

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lunedì 27 dicembre 2010

Congratulazioni ai candidati che lunedì 20 settembre hanno superato l'esame per il passaggio di Kyu:
- Angela Barbanti, cintura gialla;
- Luciano D'Avino, cintura gialla;
- Alice Di Marco, cintura gialla;
- Zeljko Dragicevic, cintura gialla;
- Linda Giunchi, cintura gialla;
- Enrico Mastini, cintura gialla;
- Jessica Medri, cintura gialla;
- Gloria Molari, cintura gialla;
- Salvatore Satanassi, cintura gialla;
- Catia Spada, cintura arancione;

Clicca qui per vedere le foto!

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mercoledì 22 dicembre 2010

Koryu Uchinadi al 3° Stage nazionale KDIK

Grande successo per la terza edizione dello Stage Nazionale Karate Dō Italia Kenkyūkai, che ha avuto luogo il 4 e 5 dicembre a Parma, presso i locali del Centro Internazionale Danza di via Pasubio.

Allo stage, che prevedeva ben diciannove diverse sessioni di allenamento divise per stile (Koryu Uchinadi e Shotokai) e gruppi di cintura, hanno partecipato oltre 120 partecipanti, provenienti da nove diverse società.

Leggi tutto l'articolo sul nostro sito principale, cliccando qui!

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giovedì 16 dicembre 2010

Una news interessante per chi ama fare acquisti tramite internet: Amazon è arrivato finalmente anche in Italia ... la più grossa libreria online del mondo è presente anche nel nostro Paese con un'ampia scelta di libri sul karate a prezzi convenienti.

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venerdì 10 dicembre 2010
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«Siamo ciò che pensiamo. Tutto ciò che siamo sorge con i nostri pensieri. Con i nostri pensieri formiamo il mondo. Parla o agisci con mente pura e la felicità ti seguirà come ombra, inamovibile.»
Osho

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giovedì 2 dicembre 2010
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Norme di affiliazione alla Karate Do Italia Kenkyukai per l'anno 2011
Sono aperte le iscrizioni alla Karate Do Italia Kenkyukai per l'anno 2011.

Tutte le informazioni sono contenute nella circolare n. 5/2010 (disponibile per il download nella sezione Circolari del sito http://www.karate-italia.org).

In allegato alla circolare citata troverete anche la modulistica in formato pdf. Le società attualmente iscritte riceveranno anche copia cartacea dei moduli.

Per ulteriori informazioni o chiarimenti potete contattare la Segreteria operativa.

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giovedì 25 novembre 2010

Trovi il feed delle nostre attività anche su



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giovedì 18 novembre 2010

In occasione del terzo Stage Nazionale della Karate Do Italia Kenkyūkai, si terranno nove lezioni (tre per ogni sessione di lavoro) interamente dedicate alla pratica del Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu.

La partecipazione è aperta a tutti gli interessati, alle stesse condizioni economiche previste per gli iscritti KDIK (20 euro intero stage!).

Lo stage si terrà il 4 e 5 dicembre 2010 a Parma, presso i locali del Centro Internazionale Danza di via Pasubio, 3/T.

Per ulteriori informazioni potete contattare:
Marco Forti
cell. 334.750.30.79
e-mail: marco.forti{at}koryu-uchinadi.it

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Puoi seguirci anche su Google Buzz, all'indirizzo:

http://www.google.it/profiles/karatecesena

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giovedì 4 novembre 2010
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Segnalo a tutti gli interessati la pubblicazione della traduzione di un articolo molto interessante scritto da Hanshi Patrick McCarthy per presentare il Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu al pubblico dei marzialisti italiani.

Il link all'articolo - che è disponibile anche in pdf per il download - è qui:
http://www.koryu-uchinadi.it/sezione-articoli/articoli/ku-ripristinare-le-vecchie-vie.html

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Fonte: ACSD Seishinkai Cesena

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Il Koryu Uchinadi è la sistematizzazione didattica moderna del Karate antico di Okinawa, arte non agonistica interamente volta alla difesa personale contro atti abituali di violenza fisica non schematici.

Composto da pratiche applicative antiche e altamente funzionali, il Koryu Uchinadi impiega un'impressionante collezione di tattiche di combattimento che spaziano dall’impatto percussivo alla manipolazione delle articolazioni, al controllo degli arti, alla pressione dei nervi e delle cavità non protette dalla struttura scheletrica, alla privazione del flusso di aria e sangue, alle tecniche di proiezione e di controllo di un avversario in posizione eretta o a terra.

I corsi, organizzati dall'ACSD Seishinkai, si tengono a Cesena, presso i locali del Centro Danza e Sport «Studio 524» con doppio ingresso da via Ravennate 524 e via Lepanto.
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giovedì 21 ottobre 2010

"Ma com'è possibile che ogni volta che ti dico che ci metterò più impegno, mi dici che ci vorrà più tempo?", chiese il ragazzo stupefatto. "La risposta è semplice [risponde il maestro]. Se un occhio è continuamente fisso sulla destinazione finale, resta solo l'altro occhio per cercare la Via".

Detto Zen

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mercoledì 6 ottobre 2010
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di Marco Forti

I RIFLESSI DEL CONFUCIANESIMO SULLE ARTI MARZIALI

Per oltre duemila anni tutti gli aspetti delle civiltà cinese e, di riflesso, giapponese sono state influenzate dal Confucianesimo; non deve meravigliarci quindi che anche le arti marziali ne abbiano subito l’influsso.
Oltre allo studio degli antichi classici, della calligrafia, dell’etichetta e della musica, lo stesso Confucio consigliava ai giovani il tiro con l’arco, di cui si dice fosse maestro, e la conduzione dei carri da guerra.
Il rituale che ancor oggi esiste nelle arti marziali è di stretta derivazione confuciana.
Ne fanno parte la cerimonia del saluto, il rapporto maestro-allievo e quello tra allievi anziani e nuovi allievi, il rispetto dei gradi, la cortesia, il rispetto per i capiscuola, il sentimento di riverenza verso il maestro. Tutto questo non come formalismo, ipocrisia o semplice esteriorità ma come manifestazione sincera di uno stato d’animo interiore.

Confucio scriveva:

“Di tutte le cose necessarie alla vita i riti sono la più importante.
Senza di essi non è possibile stabilire gli onori dovuti
agli spiriti del cielo e della terra,
distinguere il governante dal suddito, il superiore dal subordinato,
gli anziani dai giovani.
Il rispetto per gli altri e per sé stessi è la base dei riti.
Il coraggio non adeguato ai riti è violenza”.

Ciò ben si adatta alle arti marziali che, se private del loro millenario rituale, rischierebbero di perdere il loro spirito autentico diventando attività violente e diseducative o, nella migliore delle ipotesi, semplici sport.

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giovedì 16 settembre 2010

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di Marco Forti

Uno stato provvisto dei riti e della musica più appropriata avrebbe reso automaticamente i suoi cittadini sia virtuosi che felici: non sarebbero occorse leggi poiché non sarebbero mai nate dispute.
Altre importanti virtù confuciane sono rettitudine (yi), decoro, integrità e amore filiale: chi possiede tutte queste virtù diviene uno junzi o uomo superiore contrapposto all’uomo inferiore che agisce solo dietro lo stimolo del proprio utile personale.

Politicamente Confucio caldeggiò un governo di tipo paternalistico in cui il sovrano è benevolo e stimato e i sudditi sono rispettosi e obbedienti.
Un buon re, secondo Confucio, dovrebbe sempre aspirare alla perfezione morale al fine di rappresentare un buon esempio per il popolo e far sì che i sudditi rendano prospero il suo regno.
Quanto all’istruzione, Confucio sostenne la teoria, veramente sorprendente per il periodo in cui visse, secondo la quale ” non ci sono distinzioni di classe nell’istruzione”.

Dopo la morte di Confucio il pensiero confuciano venne promosso in particolare da altri due filosofi: Mencio e Xunzi.
Mencio, vissuto più di un secolo dopo Confucio, proseguì nella trasmissione degli insegnamenti etici di Confucio, ponendo in rilievo l’innata bontà della natura umana che poteva essere mantenuta seguendo i precetti confuciani.
Al contrario, Xunzi, vissuto nel III° secolo avanti Cristo, riteneva che ognuno nascesse con una natura malvagia, caotica e ingovernabile, ma che tale natura potesse essere rigenerata mediante l’educazione morale confuciana.

fine seconda parte …

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mercoledì 8 settembre 2010

di Marco Forti

Kong Fu Zi1, venerabile maestro Kong, latinizzato in Confucio, visse tra il VI° ed il V° secolo avanti Cristo in un periodo caratterizzato da una decadenza morale diffusa e da una grave crisi sociale e politica.
Fu principalmente un educatore con l’interesse a ristabilire l’ordine sociale. La sua filosofia non fu mai volta alla ricerca di nuove dottrine ma sempre valorizzata come interpretazione del pensiero degli antichi. Per tale motivo egli spiegava ai discepoli i Libri Classici interpretando però l’antico patrimonio culturale alla luce dei precetti morali alla base del suo insegnamento.
Il fondamento dell’etica confuciana è ren, la sensibilità umana. Ren è la virtù suprema, che rappresenta le qualità umane al meglio di sé.
L’essenza di ren è sintetizzata nelle seguenti massime confuciane:

«Ren consiste nell’amare gli altri
Non fare agli altri ciò che non desideri sia fatto a te
Fai agli altri ciò che desideri sia fatto a te»

Nelle relazioni tra due individui ren si manifesta in zhong (lealtà reciproca) e in shu (altruismo). Secondo Confucio, chiavi del buon ordine erano i riti (li) e la musica, che, oltre alla fondamentale importanza per le cerimonie religiose e politiche, secondo Confucio, possedeva il potere di muovere l’animo umano.
Egli ebbe in grande considerazione anche i poemi dell’antica letteratura cinese per la loro influenza civilizzatrice ed edificante. Sottolineò l’importanza del corretto uso dei nomi, che garantiva il mantenimento del rispetto delle distinzioni sociali e conoscitive sempreché venisse applicato, per ciascuna di esse, il nome appropriato.
fine prima parte …
__________________________
Note:
1. Per la trascrizione dei termini cinesi riportati nel presente articolo è stato utilizzato il sistema Pinyin.

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lunedì 30 agosto 2010

Tutti i nostri filmati sono visibili sul canale Youtube dell'ACSD Seishinkai, all'indirizzo:




Ultimi aggiornamenti:

- Videoalbum 2009/2010
- Allenamenti Estate 2010

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lunedì 16 agosto 2010


La nostra associazione è stata formalmente riconosciuta dall'International Ryukyu Karate Research Society (Società Internazionale per la Ricerca sul Karate delle Ryukyu) come shibu dojo ufficiale Koryu Uchinadi.

A Cesena - presso i locali del Centro Danza e Sport «Studio 524» di via Ravennate 524 - si trova quindi il primo dojo italiano ove si pratica ufficialmente il Koryu Uchinadi Kenpo-jutsu, sistematizzazione didattica moderna del karate classico di Okinawa, arte non agonistica interamente finalizzata all'autodifesa reale contro atti abituali di violenza fisica.

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mercoledì 4 agosto 2010


L'Associazione Seishinkai organizza corsi di Karate a Cesena per adulti e bambini presso i locali del Centro Danza e Sport Studio 524 (con doppio ingresso da Via Ravennate 524 e via Lepanto).

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venerdì 23 luglio 2010



alcuni flash presi durante le sessioni di allenamento estive
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martedì 13 luglio 2010


Seishinkai: Corsi di Karate per adulti e bambini a Cesena

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martedì 6 luglio 2010

Secondo Stage Nazionale KDIK
Due belle giornate di sole hanno fatto da cornice al 2° Stage Nazionale Karate Do Italia Kenkyukai che ha avuto luogo il 12 e 13 giugno presso l’Euro Camp di Cesenatico.

L’evento, che ha beneficiato del patrocinio del Comune romagnolo, ha visto la partecipazione complessiva, nelle tre sessioni di allenamento, di oltre 90 atleti!

Presenti in grande numero iscritti da tutte le palestre associate, Sen No Sen di Parma, Karate Jutsu di Bologna, Bushido Karate Do di Forlì e Seishinkai di Cesena, e da una gradita delegazione dalla palestra amica Budokwaj di Parma.

Clicca qui per leggere tutto il reportage sul nostro sito principale!

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giovedì 24 giugno 2010

I partecipanti di Cesena e Forli con il M° Patrick McCarthy
Hanshi McCarthy con i partecipanti di Cesena e Forlì

Si è tenuto a Genzano di Roma, sabato 22 e domenica 23 maggio, il primo seminario italiano condotto dal Maestro Patrick McCarthy (8° Dan - Hanshi) grazie alla perfetta organizzazione dell’amico, M° Paolo Gasbarri.

Hanshi Patrick McCarthy è un’enciclopedia vivente.

Canadese di nascita, il M° Patrick McCarthy ha passato gli anni della sua giovinezza in Canada e negli Stati Uniti dove ha praticato Kung Fu e Karate. Si è poi trasferito in Giappone, dove ha vissuto per oltre dieci anni. Ha viaggiato e praticato le arti da cui il Karate ha avuto origine sia in Cina che nel sud est asiatico e da anni risiede a Brisbane, in Australia, dove si è trasferito dopo essere stato invitato dalla Federazione Australiana come formatore di tutti gli insegnanti di arti marziali. Il suo corso di formazione è stato inserito in ambito universitario.

È un maestro di fama internazionale con oltre 45 anni di pratica a livello professionale.

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lunedì 7 giugno 2010


Esecuzione del Kata Aragaki Seisan con alcune applicazioni difensive nel corso
della trasmissione "La Sfida" su Teleromagna - 28 maggio 2010

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lunedì 31 maggio 2010

Continuano i corsi di Karate per adulti e per bambini organizzati a Cesena dalla nostra associazione, presso i locali della palestra

Studio 524
con doppio ingresso da via Ravennate 520/524 e via Lepanto
(zona vecchio mercato ortofrutticolo)
47521 Cesena (FC) – Secante Uscita n. 4

Per i principianti, sia nel corso per adulti che in quello dedicato ai bambini sono previste due lezioni di prova gratuita prima di decidere per l’eventuale iscrizione. L’inserimento è possibile in qualsiasi momento dell’anno, i corsi per adulti continuano anche nei mesi estivi!

Gli orari sono consultabili cliccando qui!

http://www.alexa.com/siteinfo/seishinkai-cesena.it

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Yutenkai International Karate Eventi 2010

Neppure l’antico e temuto vulcano islandese, che ha continuato imperterrito ad eruttare nubi di fumo mettendo in crisi gran parte degli aeroporti del nord Europa, ha potuto fermare la passione che ha mosso praticanti provenienti da sette diversi Paesi per ritrovarsi a Bristol in occasione dell’International Yutenkai Event 2010, tenutosi nella piacevole cittadina inglese nei primi due giorni di maggio.

Perfetti padroni di casa, il Maestro Rob Jones ed i ragazzi dello Zenshin Dojo hanno accolto con grande ospitalità i Maestri Koibuchi, Ariga e Nakano, accompagnati dal fraterno amico, M° Keisuke Nakagawa, ed altri importanti maestri dello Yutenkai quali Ogawa Sensei, Oana Sensei, Suzuki Sensei, Ono Sensei e Fukuizumi Sensei.

Leggi tutto l'articolo cliccando qui!

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martedì 11 maggio 2010
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Yutenkai European Camp 2010
Si terrà in data 1 e 2 maggio 2010 in Inghilterra, a Bristol, nella Sports Hall della University of the West of England, lo stage europeo condotto dai Maestri Tetsuya Koibuchi, Isao Ariga e Masayuki Nakano, tutti allievi diretti di Shigeru Egami Sensei, dell’associazione giapponese Egami Karate Dō Yutenkai.

I maestri saranno coadiuvati dall’amico Keisuke Nakagawa che, oltre ad essere un insegnante e praticante esperto, si occuperà anche della traduzione in lingua inglese nel corso dello stage.

L’organizzazione dell’evento è curata dallo Zenshin Dōjō di Bristol, diretto dal M° Rob Jones.

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martedì 27 aprile 2010

Secondo Stage Nazionale Karate Do Italia Kenkyukai col Patrocionio  del Comune di Cesenatico

Con delibera n. 109 del 30 marzo 2010, la Giunta del Comune di Cesenatico ha concesso il patrocinio al Secondo Stage Nazionale Karate Dō Italia Kenkyūkai.

Lo stage si terrà nella cittadina romagnola, nei giorni 12 e 13 giugno 2010, presso la struttura Euro Camp di viale Cristoforo Colombo, 26.

Tutte le informazioni sull'evento, sulle modalità di iscrizione e sui programmi per i diversi livelli di cintura sono riportati nella circolare n. 3/2010, disponibile per il download nella sezione Circolari del sito dell'Associazione, all'indirizzo http://www.karate-italia.org.

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lunedì 12 aprile 2010

Meditazione Zen

L'Associazione Sportiva Dilettantistica Sen No Sen Parma con il patrocinio della Karate Dō Italia Kenkyūkai e in collaborazione con il dōjō Zen «Sanrin» di Fossano (CN) organizza un seminario sulla

Meditazione Zen

diretto dal Monaco Lucio Yushin Morra


Il seminario si terrà sabato 24 e domenica 25 aprile presso i locali del Centro Internazionale Danza - via Pasubio, 3/T - Parma.

Tutte le informazioni sono riportate sul dépliant illustrativo, scaricabile cliccando qui!

Per informazioni e iscrizioni: Enrico Cenni enrico.cenni[AT]gmail.com

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mercoledì 31 marzo 2010

Stage: Kihon Uke Waza Futari Geiko

L'ACSD Seishinkai organizza uno stage sul tema

Kihon Uke Waza Futari Geiko


Lo stage - diretto dal M° Marco Forti e riservato ai praticanti cinture blu, marroni e nere - si terrà domenica 28 marzo dalle 9,30 alle 12,00 a Cesena, presso i locali della palestra «Studio 524» - via Ravennate, 524.

La quota di partecipazione è di euro 5,00.


Kihon Uke Waza Futari Geiko è un esercizio creato da Hanshi Patrick McCarthy ed è parte del curriculum del Koryu Uchinadi Kenpo Jutsu (http://www.koryu-uchinadi.com).
Si tratta di una sequenza di combattimento a breve distanza - concatenata e senza pause - finalizzata all’apprendimento delle applicazioni delle sei parate fondamentali (nell’ordine: jodan age uke, gedan barai, uchi uke, soto uke, kake uke e shuto uke) contro attacchi continuativi non convenzionali (atti abituali di violenza fisica).

A seguire si analizzeranno i relativi oyo waza, cioè le applicazioni con conclusione definitiva basate su controlli articolari, immobilizzazioni, proiezioni, attacchi ai punti vitali, soffocamenti.

Puoi scaricare il volantino con tutte le informazioni cliccando qui!.

Per informazioni ed iscrizioni:
e-mail: info[AT]seishinkai-cesena[DOT]it
tel. 334.750.30.79 (Marco) - 347.926.26.02 (Davide)

____________________________________________


La presentazione di questo tema è finalizzata a far conoscere parte del lavoro creato da Hanshi McCarthy e promuovere la partecipazione al primo stage che il Maestro terrà in Italia, a Genzano (Roma) il 22 e 23 maggio 2010, grazie all’organizzazione del M° Paolo Gasbarri (http://www.karatewado.blogspot.com).

Tutti gli interessati al Koryu Uchinadi in Italia sono pregati di leggere attentamente la nota visualizzabile cliccando qui!

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Un breve filmato con la ripresa di alcune fasi iniziali dell'allenamento all'impatto con l'uso dei pao, senza guanti.

L'allenamento all'impatto a mani nude (senza guanti né bende protettive) viene affrontato in modo estremamente graduale, in modo da promuovere un condizionamento progressivo delle armi anatomiche senza provocare danni alle ossa e alle articolazioni.


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di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


continua dai post precedenti ...


Anch'io volevo raggiungere questo stato ma solo recentemente ne sono diventato consapevole.
Al Maestro Funakoshi veniva spesso chiesto un esempio della sua fine arte di calligrafo e una delle espressioni da lui più usate mentre scriveva era "non andare contro la natura".

Queste parole, che hanno un profondo significato, erano per lui una massima da osservare strettamente.
È difficile definire la natura con così tante parole. Sole, luna e stelle sono parte della natura, come lo sono gli uomini, l'esistenza stessa ed il movimento di tutte le cose.

I fiori che sbocciano in primavera e le foglie che cadono in autunno sono fenomeni naturali, come lo sono la nascita dell'uomo, la sua crescita, il suo invecchiamento e la sua morte.
Terra, acqua, fuoco, vento, neve e pioggia sono parte della natura, dalla quale abbiamo molto da imparare.
Non importa quanto ci si opponga alla natura, non si avrà comunque la minima possibilità di vittoria.
Alcuni dei nostri movimenti sono naturali, altri non lo sono. Attraverso la pratica possiamo apprenderne la differenza ed imparare come acquisire movimenti naturali.

Dobbiamo comprendere la potenza naturale di cui disponiamo e come utilizzarla; l'uomo ha una forza interna immensa di cui non è consapevole.
Gli esempi di uso di forza prodigiosa che si sono verificati in momenti di pericolo quali incendi ed inondazioni tornano alla mente.
Questi a volte sono definiti sovrumani ma è la giusta definizione?
Sebbene la persona che riesce in questi sforzi non sia consapevole di possedere una tale potenza, sono convinto che essa sia un dono della natura e possa essere sviluppata da chi si allena con perseveranza.
Voglio porre una questione cruciale: Se invece di opporsi al movimento del proprio avversario ci si muovesse con lui in modo naturale cosa succederebbe?
Ci si accorgerebbe che si è divenuti una cosa sola e che quando l'avversario sferra un attacco, il nostro corpo lo evita muovendosi in modo naturale. Quando si diverrà capaci di questo si scoprirà un mondo totalmente nuovo, che non si pensava esistesse. Quando si è uno col proprio avversario e ci si muove con lui senza opposizione non esiste niente di simile al colpire per primi.
Il significato di karate ni sente nashi (non c'è primo colpo nel karate) non può essere compreso appieno fino a che non si raggiunge questo stato. Attraverso la cortesia raggiungerai un'attitudine di umiltà e gratitudine nei confronti del tuo avversario durante l'allenamento. Senza questa attitudine non ci può essere vero allenamento.
Nell'allenamento e nella pratica reale la rabbia, l'odio e la paura sono completamente assenti.
È importante sapere che non si deve provare né istinto omicida né inimicizia, né opposizione né resistenza contro il proprio avversario.
Quando si raggiunge questo stato si diviene tutt'uno con l'avversario e si acquisisce la capacità di muoversi naturalmente in linea con il suo movimento. Questo, quindi, l'obiettivo fisico e spirituale dell'allenamento e della pratica del karate.
Ma ciò si può raggiungere solo con seria e strenua pratica. Si dice che arrivati alla sessantina non si è più in grado di praticare attivamente.
Quando udii per la prima volta queste parole, vent'anni prima che raggiungessi quell'età, non potevo comprenderne il significato.
Adesso che ho raggiunto quell'età credo di poter capire il senso di tale affermazione. Il deterioramento della forza fisica diventa cospicuo ed è impossibile seguire lo stesso tipo di pratica dei giovani. I movimenti stessi diventano lenti.
Ciononostante, ripensando ai quarant'anni di pratica del karate, arrivo alla conclusione che, come diceva il mio maestro Gichin Funakoshi, il karate è un'arte marziale che possono praticare tutti, giovani e vecchi, donne e uomini, tutti.
Come per il karate e la vita, voglio dire che praticare karate è vivere e vivere è praticare karate.
Il mio desiderio è quello di rimanere giovane di spirito nei miei giorni. Per mantenere la mia forza fisica che pian piano mi abbandona, sento il bisogno di eseguire esercizi preparatori prima di praticare karate e questo è quello che consiglio a chi vuole proseguire col Karate-do.
Recentemente è stato sottoposto alla mia attenzione il fatto che ci siano opinioni divergenti riguardo agli stadi preliminari della pratica.
In questo libro desidero esprimere qualche opinione personale che spero possa essere utile a tutti. E spero che la vostra pratica continui con diligenza.

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venerdì 26 febbraio 2010

di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


continua dai post precedenti ...

Fu circa dieci anni dopo la seconda operazione allo stomaco che fui colpito da un infarto che mi lasciò in uno stato precario, letteralmente sospeso tra la vita e la morte. 
Ebbi la fortuna di farcela ma per i tre o quattro anni successivi, la mia forza fisica fu ridotta a quella di un neonato. 
Fu impossibile per me praticare karate, ma durante quel periodo studiai qualcosa di immenso valore dai miei giovani colleghi: l'importanza dei buoni rapporti umani, il valore dell'amicizia e l'opportunità di avere dialoghi "da cuore a cuore", il prezioso apporto dell'assistenza nei periodi di bisogno. 
In tutto questo sta l'essenza della pratica del Karate-do. Parole che ho sempre udito "tutto inizia e termina con il rei". La parola può essere interpretata in diversi modi; è il rei del reigi  che significa "etichetta, cortesia, educazione" ed è anche il rei  di keirei che significa "saluto" o "inchino". 
 
Il significato di rei è a volte spiegato in termini di kata  o katachi ("esercizio formale" o "forma" o "figura"). 
È di primaria importanza non solo nel karate ma in tutte le arti marziali. Per i nostri scopi qui, intendiamo per rei l'inchino tradizionale nel quale si manifesta cortesia e decoro. 
Chi segue la Via del Karate deve essere cortese, non solo nell'allenamento ma nella vita di tutti i giorni. Sebbene umile e gentile non dovrebbe mai essere servile. 
La sua esecuzione dei kata deve riflettere audacia e fiducia. 
Questa apparentemente paradossale combinazione di gentilezza ed audacia porta in ultimo all'armonia. È vero, come diceva il M° Funakoshi, che lo spirito del Karate sarebbe perso se non ci fosse cortesia. È anche vero che ci sono poche persone in grado di eseguire un perfetto inchino cerimoniale, ma chi può farlo ha sicuramente raggiunto un grado di maestria nell'arte. 
 Per poterlo fare deve essere un uomo di buon carattere. 
Negli anni recenti mi è capitato molto raramente di incontrare qualcuno che potesse eseguire un inchino perfetto. 
Mentre nel karate può sembrare che l'uomo che esegue un inchino perfetto presenti molte aperture, è vero l'esatto contrario; egli non lascia aperture ed è estremamente difficile per un avversario portare a segno un pugno o un calcio efficace. 
Eseguendo un kata inizia con un inchino e termina con un inchino. 
Non essere né arrogante né servile. Dall'inizio alla fine esegui il kata in modo naturale e con umiltà. Senza sincerità l'inchino non ha significato. 
Piuttosto che preoccuparti per la sua apparenza, metti cuore e anima nel tuo inchino e vedrai che acquisterà naturalmente una forma corretta. 
Per il principiante è normale sperare di divenire il più forte possibile. Se egli continua nella pratica con serietà per raggiungere questo scopo, alla fine arriverà ad uno stato di grande armonia fra corpo e spirito. Ma non ci sarà arroganza, solo gentilezza, egli potrà addirittura dimenticare di essere un uomo dalle grandi capacità. 
C'è un detto: "il falco forte nasconde i suoi artigli". È così.

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di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


continua dai post precedenti ...

Devo ammettere che in quei giorni ero arrogante e, di conseguenza, dovevo sicuramente apparire antipatico agli altri. 
Comunque decisi che avrei provato a seguire gli insegnamenti del Maestro, almeno nel non colpire fino a che non ci fosse altra alternativa, dopodiché però avrei colpito in modo da atterrare il mio avversario con un solo colpo. Decisi inoltre che avrei posto particolare attenzione nel non far vedere al mio avversario quale colpo avrei usato prima di aver raggiunto il bersaglio. 
Da bambino ero molto debole. Solo con l'allenamento iniziai ad avere fiducia nella forza delle mie braccia e fu con il duro allenamento che le rafforzai ulteriormente come rafforzai tutto il mio corpo. Fu ancora grazie al duro allenamento che riuscii a superare le numerose malattie di cui fui vittima. Ma questo solo perché ero giovane, tra i venti e i trent'anni. 
Dopo il diploma entrai nel servizio civile ma divenni presto insoddisfatto e iniziai a lavorare per una società privata. Ancora infelice del mio lavoro mi misi in proprio. Ancora cambiai lavoro più volte. Sebbene non sappia spiegarne la ragione, l'unica cosa in cui fui costante in tutti questi anni, fu la mia pratica del Karate. In parte a causa della mia esperienza con diversi tipi di lavoro e in parte a causa del mio divenire più vecchio e maturo, il mio allenamento nel karate cambiò, sia nello stile che nei contenuti. 
Fu mentre avevo da poco superato i quarant'anni che un incidente mi fece capire che l'allenamento reale non era il semplice perfezionamento di tecniche per il combattimento. 
Allora inizia la ricerca della comprensione degli aspetti spirituali del Karate-do. 
Un giorno, mentre stavo bevendo vino con un amico, fummo circondati da una banda di una decina di spacconi che stavano chiaramente cercando la rissa. Immediatamente lanciai una buona occhiata a quegli uomini che erano improvvisamente divenuti miei avversari e cercai un'apertura che mi potesse permettere di rompere quell'accerchiamento. 
Presto comunque mi chiesi che senso potesse avere lo scontro. Vincere o perdere, non ci sarebbe stato onore. 
Anche se avessi vinto ci sarebbe stato uno scandalo e sarei quindi stato un perdente. 
Fossi stato nel periodo della mia gioventù, avrei sicuramente preso l'iniziativa per poter attaccare per primo e prendere i miei avversari alla sprovvista. Ma quella volta rimasi calmo, cercai una soluzione che potesse consentire a tutti di rimanere illesi. 
Sono felice di dire che riuscii a dissuadere la banda dalla rissa. 
E fu proprio in quel momento che mi resi conto di essere riuscito ad uscire dal mondo del combattimento, sebbene fossi comunque convinto che la mia forza e la mia tecnica fossero di un livello tale da consentirmi di non perdere di fronte a qualsiasi giovane. 
Poco dopo quell'incidente fui sottoposto ad un intervento per la rimozione di parte del mio stomaco e, dopo un anno, ad un'altra simile operazione. 
Poiché persi la forza di cui andavo così fiero, non potei più praticare karate. Ancora più serie erano le difficoltà a condurre una vita normale. 
Ripenso a quel periodo, durante il quale ero caduto in una forte disperazione, come al peggior periodo della mia vita. 
Ma allora ricordai le altre parole del Maestro Funakoshi: "l'allenamento nel karate deve essere quello praticabile da tutti, dai vecchi come dai giovani, dalle donne, dai bambini e dagli uomini." Con queste parole in mente presi la decisione di vedere se mi fosse possibile praticare anche se mi trovavo in pessime condizioni fisiche. 
I risultati furono rassicuranti e trovai che mi era possibile praticare grazie all'oculata scelta di certi metodi. Avendo successo decisi di votare il resto della mia vita alla pratica del karate.

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venerdì 12 febbraio 2010

di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


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L'importanza dell'allenamento del corpo sta nel fatto che se il corpo è teso e rigido è impossibile essere spiritualmente recettivi e flessibili. Una cosa che vorrei sottolineare a questo punto è che, quando si inizia la pratica, l'approccio all'allenamento deve essere caratterizzato da un'attitudine di accettazione, dal seguire puntualmente gli insegnamenti dando sempre il massimo. In questo stadio non ci si deve preoccupare se il corpo è teso o rilassato. 
 
La cosa migliore è agire naturalmente e concentrarsi su come eseguire al massimo dell'efficacia la tecnica di mano o di piede che si sta studiando. In questo modo si realizzerà che la tecnica più efficace, sia offensiva che difensiva, si ottiene dall'essere naturali e flessibili. 
 
Il tempo di fare domande e di esprimere la propria opinione arriverà in seguito, dopo aver raggiunto la maestria nelle tecniche. "Non c'è tecnica di offesa nel karate" sono parole che ho udito dal Maestro Funakoshi più di quarant'anni fa' e, allora, trovavo difficile comprenderne il significato poiché avevo sempre pensato che il karate dovesse essere utilizzato negli scontri reali. Egli diceva ancora: "non dovresti mai alzare le tue mani per primo contro l'avversario. 
 
E, comunque, la tua intenzione non dovrebbe essere quella di uccidere o ferire il tuo avversario ma solo di bloccare il suo attacco. Se poi questi dovesse continuare, allora dovresti assumere una posizione che gli faccia chiaramente comprendere che sarebbe meglio per lui desistere". 
 
Avere, allora, solo vent'anni ed essere pieno di energia mi faceva dire tra me stesso: "Cosa sta dicendo questo vecchio? Sta facendomi la morale? Perché non mi insegna la verità?". Pensavo che stesse solo cercando di tenere noi giovani lontani da azioni sconsiderate, non potevo accettare le sue parole. 
 
Man mano che la mia abilità e la fiducia nelle mie possibilità crescevano, arrivai alla conclusione che non avesse senso per me non prendere l'iniziativa. 
 
Dopo tutto non si dice sempre "attaccare per primi è la migliore difesa"? 
 
Devo confessare che mi trovai implicato in numerosi scontri e che questo accrebbe ulteriormente la fiducia nelle mie capacità, rendendomi immodestamente fiero.

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venerdì 5 febbraio 2010

di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


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Quando si capisce questo non si è più principianti. In una gara è normale che il più forte vinca, ma una competizione è una competizione. Nel Karate-do non ci sono uomini forti e uomini deboli. L'essenza dell'arte è la mutua cooperazione.
Questo è il fine ultimo del Karate-do.

Quando un bimbo nasce, le prime persone con cui viene in contatto sono sua madre, suo padre e i suoi fratelli. Quando cresce si fa amici altri bambini e viene in contatto con i suoi insegnanti. Comincia a leggere libri e a studiare uomini del passato. Man mano che matura fisicamente e mentalmente, incontra molti tipi di persone e si forma un'idea della società. Poiché un uomo non può esistere da solo, comincia ad apprezzare l'importanza delle relazioni umane.

L'attinenza di questo con l'allenamento e la pratica del Karate è che la nostra arte è un metodo per seguire ed esplorare l'essenza dell'essere umano.

Così, per esempio, anche se dovessi trovare un compagno determinato a ferirti, questa sarebbe un'occasione fortunata per te. Conoscere te stesso, conoscere il tuo avversario, conoscere e capire la relazione tra voi: questo è il vero obiettivo dell'allenamento.

Compassione e considerazione per gli altri sono parole comuni, frequentemente usate, ma metterne in pratica il significato è eccezionalmente difficile.

Prima di iniziare qualsiasi azione è di grande importanza non solo prendere in considerazione la posizione degli altri ma comprenderla pienamente. In effetti, arrivando ad una perfetta comprensione della posizione degli altri si raggiunge l'unità con essi e parole come vittoria e sconfitta divengono prive di significato.

Questo è il vero segreto del karate - coesistere col proprio avversario. E quando si raggiunge questo risultato, la comprensione che l'essere umano è stato creato per cooperare con i suoi simili diverrà la vostra consapevolezza. La pratica non sarà mai completa fino a che non si raggiunge questo stato mentale.

Si comincia con l'allenamento del corpo e si continua con l'allenamento dello spirito. Infine si realizza che il corpo e lo spirito sono una cosa sola. Questa è vera pratica.

L'allenamento del corpo è l'argomento del presente lavoro, ma ho anche spiegato gli stadi preliminari della pratica. (La distinzione tra allenamento e pratica è importante e ne parlerò più approfonditamente a tempo debito).

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venerdì 29 gennaio 2010

di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


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Oggi il Karate è praticato in molti Paesi di tutto il mondo. Si può dire che sia sulla cresta di un'onda di popolarità. Ma qual'è il significato di questo fenomeno? Cosa attrae di quest'arte di autodifesa? Perché la gente la pratica? Qual'è il suo obiettivo?

Che Takeshi Shimoda e Gigo Funakoshi siano morti giovani è sicuramente una grande perdita per il mondo del Karate-do. Se fossero ancora vivi, cosa penserebbero della situazione attuale?
Il Karate praticato oggi è differente da quello di quarant'anni fa e si dice che il numero di stili si avvicina al centinaio. Molte scuole inviano istruttori all'estero per propagandare la loro tecnica. Sebbene si possa affermare che ci sono certi gruppi negli Stati Uniti ed in Europa che, con l'intento di comprendere l'anima dell'oriente come antidoto all'impasse derivante dalla crescente mentalità materialistica, enfatizzano la parte spirituale dal Karate-do, la triste realtà è che in molti stili vengono insegnate solo le tecniche di combattimento e vengono completamente ignorati gli aspetti spirituali.

E i praticanti, spesso, hanno come unico obiettivo quello di vincere incontri.
Parlano di forgiare uno spirito indomito, cosa in sé pregevole, ma dobbiamo anche pensare ai risultati che provocherebbe l'uso improprio di questo spirito. Come nel caso di un pazzo armato di coltello, pistola o altra arma contro persone indifese ... il risultato potrebbe essere solo disastroso.

La situazione attuale, quindi, vede la maggior parte dei praticanti dei Paesi d'oltre mare seguire il Karate per le sue tecniche di combattimento e si deve ammettere che la pulsione allo scontro è forte negli uomini come in tutti gli altri animali. È estremamente difficile credere che questi entusiasti siano arrivati ad una piena comprensione del Karate-do.

Bisogna inoltre far menzione dell'influenza negativa che i film e la televisione hanno avuto sull'immagine pubblica del Karate dipingendolo come misterioso metodo di combattimento capace di causare la morte o ferite gravi con un singolo colpo o calcio e, appellandosi all'istinto combattivo dell'uomo, presentano una pseudo-arte molto distante da ciò che il Karate è in realtà. Gichin Funakoshi fu un propugnatore degli aspetti spirituali del Karate-do e pose grande enfasi su questi anziché sulle tecniche di combattimento dimostrando, nel corso di tutta la sua vita, di seguire nella sua pratica, i principi che insegnava.

Se fosse vivo oggi e vedesse quello che sta succedendo al Karate-do, cosa penserebbe?

Quelli di noi che hanno aderito alla forma ortodossa del Karate quale arte di autodifesa devono fare tutto ciò che è in loro potere per accertarsi che venga praticato in maniera corretta e che i suoi aspetti spirituali vengano interamente compresi.

Seguendo l'errato obiettivo omicida, il principiante donerà tutto se stesso al suo allenamento convinto che il compromesso non esista. Per lui sarà solo una questione di vita o di morte e, in accordo con questa visione, o si uccide il proprio avversario o si viene uccisi.

Uccidere sempre con un colpo, emergere nelle competizioni o vincere in ogni scontro sono obiettivi in cui può credere solo un principiante.

Non perdere mai non significa sempre vincere.

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venerdì 22 gennaio 2010

di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


Quando Gichin Funakoshi venne a Tokyo nei primi anni 20, l'arte del Karate era virtualmente sconosciuta fuori dalla nativa prefettura di Okinawa.
Lo scopo del viaggio di Funakoshi era tenere una dimostrazione dell'arte su invito del Ministro dell'Educazione e tornare, subito dopo, ad Okinawa.

Questo, comunque, non avvenne, in seguito ai consigli e agli incoraggiamenti di Jigoro Kano, il padre del Judo, di Hakudo Nakayama, grande autorità del Kendo e di altri.

Avendo deciso di diffondere il Karate-do in tutto il Giappone, si prodigò con tutte le sue forze ed il suo entusiasmo ma non senza difficoltà. Il numero di studenti che iniziarono a prendere lezioni fu inizialmente molto esiguo e ciò lo portò a vivere in povertà e ad occuparsi di innumerevoli lavori occasionali per potersi procurare il cibo.

Chi avrebbe potuto dire, in quei giorni, che la popolarità di quest'arte di autodifesa si sarebbe diffusa oltre al Giappone in tutte le parti del mondo?

Ricordo i viaggi che noi, allievi del maestro Funakoshi, facemmo nella zona di Kyoto-Osaka e nell'isola di Kyushu sotto la guida di Takeshi Shimoda, il nostro istruttore e il migliore tra gli studenti di Funakoshi. Questo accadeva attorno al 1934, circa dodici anni dopo la prima dimostrazione che il maestro fece a Tokyo.

Il Karate, in quei giorni, era considerato una mera tecnica di combattimento ma aveva un'aura di segretezza e mistero. Di conseguenza sembra che la curiosità fosse l'unico motore a spingere gruppi di persone ad assistere alle nostre dimostrazioni.

Sebbene non conosca bene la carriera di Shimoda, so per certo che fu un esperto della scuola Nen-ryu di Kendo e studiò anche ninjitsu. Per uno sfortunato volere del fato si ammalò dopo una delle nostre dimostrazioni e morì poco dopo.

Shimoda era l'assistente del maestro Funakoshi e si occupava dell'insegnamento quando quest'ultimo era impegnato. Il suo posto venne preso dal terzo figlio del Maestro, Gigo, che non era solo un uomo dal carattere eccellente ma anche un grande esperto dell'arte. Sicuramente non c'era persona più qualificata per l'insegnamento ai giovani studenti.

Comunque, poiché all'epoca era tecnico radiologo all'Università Imperiale di Tokyo e al Ministero dell'Educazione, si dimostrò piuttosto riluttante ad assumere anche questo incarico. Dopo le numerose pressioni da parte del padre e dei suoi studenti finì comunque per accettare e, di lì a poco, attirò la nostra ammirazione ed il nostro rispetto. Ricordo ancora che lo chiamavamo "Waka Sensei" - il giovane maestro - per distinguerlo dal padre, che chiamavamo "Ro Sensei", che può essere tradotto come "anziano maestro" (anche se devo specificare che il termine giapponese Ro non ha le caratteristiche negative che si ricollegano usualmente al termine anziano in occidente).

Gigo veniva chiamato anche Yoshitaka che è un altro modo di leggere i caratteri che componevano il suo nome di battesimo.

Come Shimoda, anche Gigo morì molto giovane, era ancora nella trentina. Era la primavera del 1945 e penso sia morto di infarto. Nei primi anni il maestro Funakoshi non aveva un suo dojo ma, finalmente, nel 1936 fu completato il Dojo Shotokan nel distretto Mejiro di Tokyo.

Nel marzo del 1945 però, nel corso di un raid aereo su Tokyo, lo splendido dojo fu distrutto tra le fiamme. La sua costruzione aveva richiesto un grande sforzo da parte di molte persone, non ultima quella dello stesso Gigo che, già in ospedale in quei giorni, non deve aver retto alla vista della distruzione dell'agognato sogno.

fine prima parte ...

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giovedì 14 gennaio 2010

I corsi di Karate promossi dall'associazione culturale e sportiva dilettantistica Seishinkai si tengono a Cesena, presso i locali della palestra «Studio 524» con doppio ingresso da via Ravennate 524 e via Lepanto (zona vecchio mercato ortofrutticolo).

Sia nel corso per adulti che in quello dedicato ai bambini, i principianti hanno diritto a due lezioni di prova gratuita prima di decidere per l'eventuale iscrizione.

L'iscrizione ai corsi è possibile in qualsiasi momento dell'anno!!!

Tutte le informazioni cliccando qui!
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