di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


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L'importanza dell'allenamento del corpo sta nel fatto che se il corpo è teso e rigido è impossibile essere spiritualmente recettivi e flessibili. Una cosa che vorrei sottolineare a questo punto è che, quando si inizia la pratica, l'approccio all'allenamento deve essere caratterizzato da un'attitudine di accettazione, dal seguire puntualmente gli insegnamenti dando sempre il massimo. In questo stadio non ci si deve preoccupare se il corpo è teso o rilassato. 
 
La cosa migliore è agire naturalmente e concentrarsi su come eseguire al massimo dell'efficacia la tecnica di mano o di piede che si sta studiando. In questo modo si realizzerà che la tecnica più efficace, sia offensiva che difensiva, si ottiene dall'essere naturali e flessibili. 
 
Il tempo di fare domande e di esprimere la propria opinione arriverà in seguito, dopo aver raggiunto la maestria nelle tecniche. "Non c'è tecnica di offesa nel karate" sono parole che ho udito dal Maestro Funakoshi più di quarant'anni fa' e, allora, trovavo difficile comprenderne il significato poiché avevo sempre pensato che il karate dovesse essere utilizzato negli scontri reali. Egli diceva ancora: "non dovresti mai alzare le tue mani per primo contro l'avversario. 
 
E, comunque, la tua intenzione non dovrebbe essere quella di uccidere o ferire il tuo avversario ma solo di bloccare il suo attacco. Se poi questi dovesse continuare, allora dovresti assumere una posizione che gli faccia chiaramente comprendere che sarebbe meglio per lui desistere". 
 
Avere, allora, solo vent'anni ed essere pieno di energia mi faceva dire tra me stesso: "Cosa sta dicendo questo vecchio? Sta facendomi la morale? Perché non mi insegna la verità?". Pensavo che stesse solo cercando di tenere noi giovani lontani da azioni sconsiderate, non potevo accettare le sue parole. 
 
Man mano che la mia abilità e la fiducia nelle mie possibilità crescevano, arrivai alla conclusione che non avesse senso per me non prendere l'iniziativa. 
 
Dopo tutto non si dice sempre "attaccare per primi è la migliore difesa"? 
 
Devo confessare che mi trovai implicato in numerosi scontri e che questo accrebbe ulteriormente la fiducia nelle mie capacità, rendendomi immodestamente fiero.

venerdì 5 febbraio 2010

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