di Shigeru Egami
Tratto da: «The Heart Of Karate-Do» - Kodansha International
Traduzione di Marco Forti


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Anch'io volevo raggiungere questo stato ma solo recentemente ne sono diventato consapevole.
Al Maestro Funakoshi veniva spesso chiesto un esempio della sua fine arte di calligrafo e una delle espressioni da lui più usate mentre scriveva era "non andare contro la natura".

Queste parole, che hanno un profondo significato, erano per lui una massima da osservare strettamente.
È difficile definire la natura con così tante parole. Sole, luna e stelle sono parte della natura, come lo sono gli uomini, l'esistenza stessa ed il movimento di tutte le cose.

I fiori che sbocciano in primavera e le foglie che cadono in autunno sono fenomeni naturali, come lo sono la nascita dell'uomo, la sua crescita, il suo invecchiamento e la sua morte.
Terra, acqua, fuoco, vento, neve e pioggia sono parte della natura, dalla quale abbiamo molto da imparare.
Non importa quanto ci si opponga alla natura, non si avrà comunque la minima possibilità di vittoria.
Alcuni dei nostri movimenti sono naturali, altri non lo sono. Attraverso la pratica possiamo apprenderne la differenza ed imparare come acquisire movimenti naturali.

Dobbiamo comprendere la potenza naturale di cui disponiamo e come utilizzarla; l'uomo ha una forza interna immensa di cui non è consapevole.
Gli esempi di uso di forza prodigiosa che si sono verificati in momenti di pericolo quali incendi ed inondazioni tornano alla mente.
Questi a volte sono definiti sovrumani ma è la giusta definizione?
Sebbene la persona che riesce in questi sforzi non sia consapevole di possedere una tale potenza, sono convinto che essa sia un dono della natura e possa essere sviluppata da chi si allena con perseveranza.
Voglio porre una questione cruciale: Se invece di opporsi al movimento del proprio avversario ci si muovesse con lui in modo naturale cosa succederebbe?
Ci si accorgerebbe che si è divenuti una cosa sola e che quando l'avversario sferra un attacco, il nostro corpo lo evita muovendosi in modo naturale. Quando si diverrà capaci di questo si scoprirà un mondo totalmente nuovo, che non si pensava esistesse. Quando si è uno col proprio avversario e ci si muove con lui senza opposizione non esiste niente di simile al colpire per primi.
Il significato di karate ni sente nashi (non c'è primo colpo nel karate) non può essere compreso appieno fino a che non si raggiunge questo stato. Attraverso la cortesia raggiungerai un'attitudine di umiltà e gratitudine nei confronti del tuo avversario durante l'allenamento. Senza questa attitudine non ci può essere vero allenamento.
Nell'allenamento e nella pratica reale la rabbia, l'odio e la paura sono completamente assenti.
È importante sapere che non si deve provare né istinto omicida né inimicizia, né opposizione né resistenza contro il proprio avversario.
Quando si raggiunge questo stato si diviene tutt'uno con l'avversario e si acquisisce la capacità di muoversi naturalmente in linea con il suo movimento. Questo, quindi, l'obiettivo fisico e spirituale dell'allenamento e della pratica del karate.
Ma ciò si può raggiungere solo con seria e strenua pratica. Si dice che arrivati alla sessantina non si è più in grado di praticare attivamente.
Quando udii per la prima volta queste parole, vent'anni prima che raggiungessi quell'età, non potevo comprenderne il significato.
Adesso che ho raggiunto quell'età credo di poter capire il senso di tale affermazione. Il deterioramento della forza fisica diventa cospicuo ed è impossibile seguire lo stesso tipo di pratica dei giovani. I movimenti stessi diventano lenti.
Ciononostante, ripensando ai quarant'anni di pratica del karate, arrivo alla conclusione che, come diceva il mio maestro Gichin Funakoshi, il karate è un'arte marziale che possono praticare tutti, giovani e vecchi, donne e uomini, tutti.
Come per il karate e la vita, voglio dire che praticare karate è vivere e vivere è praticare karate.
Il mio desiderio è quello di rimanere giovane di spirito nei miei giorni. Per mantenere la mia forza fisica che pian piano mi abbandona, sento il bisogno di eseguire esercizi preparatori prima di praticare karate e questo è quello che consiglio a chi vuole proseguire col Karate-do.
Recentemente è stato sottoposto alla mia attenzione il fatto che ci siano opinioni divergenti riguardo agli stadi preliminari della pratica.
In questo libro desidero esprimere qualche opinione personale che spero possa essere utile a tutti. E spero che la vostra pratica continui con diligenza.

venerdì 26 febbraio 2010

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